IL DOCTOR STRANGE E LA MAGIA DEGLI EFFETTI SPECIALI
Tratto dal fumetto della Marvel creato da Steve Ditko, Doctor Strange racconta la storia di un bravissimo e egocentrico chirurgo che in un incidente perde l’uso delle mani e per affrontare questa drammatica perdita diventa uno dei Signori delle Arti Magiche e aiuta a salvare il mondo da una oscura minaccia sovrannaturale. Diretto da Scott Derrickson, il film si avvale della sceneggiatura di Jon Spaihts e C. Robert Cargill e dell’interpretazione di Benedict Cumberbatch nel ruolo del protagonista e di Tilda Swinton in quello del suo mentore.
L’IDEAZIONE DEL FILM
“Per il Doctor Strange sono stato influenzato dai film di arti marziali. Per prima cosa perché è il cinema d’azione che preferisco. E poi perché si lega bene con il sovrannaturale. C’è un intero sottogenere di questo tipo, soprattutto nel cinema asiatico.” (Scott Derrickson)
“I combattimenti sono sempre all’interno di un contesto che ritengo più fantastico e surreale e psichedelico che nei normali film d’azione con sfumature sovrannaturali. Tutto si svolge in un panorama surreale.” (Scott Derrickson)
“Il film funziona come un horror. C’è un personaggio che vive in una città realistica, ma nella sua esistenza fa irruzione un elemento metafisico, paranormale, magico. A volte qualcosa alla Lovecraft. Fa riferimento agli stessi aspetti che mi interessano nel cinema horror. È questo che mi piace del Doctor Strange: l’integrazione di un mondo invisibile e immateriale con uno materiale.” (Scott Derrickson)
“Abbiamo lavorato sul soggetto e sulla struttura per mesi e mesi, così quando siamo arrivati alla sceneggiatura la forma generale della storia ci era molto chiara. Ci siamo impegni quindi a eliminare le ridondanze dove c’erano ripetizioni e a integrare le parti che invece non erano abbastanza chiare, dove c’era troppa “storia” e dove non ce n’era abbastanza. Molte cose sono state cambiate e semplificate, durante il lavoro successivo [con altri sceneggiatori], e io sono tornato a revisionare la sceneggiatura alla fine del processo, per apportare alcune riscritture e aiutare a portare a casa il film, ed è stato divertente. È stato bello vedere che molto di quello che avevo scritto nella prima stesura era ancora lì. Ed è stato bello anche vedere i modi in cui la sceneggiatura era stata potenziata, come le innovazioni erano sbocciate in mia assenza. Scott Derrickson e Robert Cargill sono sceneggiatori molto raffinati e il loro lavoro sul film è ottimo.” (John Spaihts)
I FUMETTI DI STEVE DITKO
“Il mio amore di lunga data per il Doctor Strange risale prima di tutto alla fantastica presentazione visiva dei fumetti, in particolare il primo Ditko, Into Shamballa e The Oath, molte delle immagini del film le ho prese da queste fonti.” (Scott Derrickson)
“L’universo dei fumetti originali del Doctor Strange era immenso e sconvolgente. La posta in gioco per i personaggi nelle storie era sempre molto alta. Lo stile grafico attirava subito l’occhio con colori intensi e simboli e scritte che si formavano nell’aria, con iscrizioni e fasci di luce. Mi ha conquistato subito. Sia per l’aspetto visivo che per le emozioni che evocava. Era un universo molto fisico, come composto da solide strutture di luce.” (John Spaihts)
PERSONAGGI E ATTORI IN DOCTOR STRANGE
“È sempre questo che trovo coinvolgente i personaggi cattivi: sono più interessato a come ragionano che a quello che fanno. Il mio favorito è John Doe in Seven. Fa queste cose straordinarie e spaventose, ma la scena più terrificante nel film è quando arrivano nel deserto e lui spiega il perché delle sue azioni. Ero terrorizzato e turbato vedendo la scena perché la sua spiegazione ha una sua razionalità, c’è una logica stringente in quello che dice. La stessa cosa mi è capitata con il Joker in The Dark Knight.” (Scott Derrickson)
“L’Antico nella storia doveva essere sempre magico, mistico, dominante, un tipico mentore da arti marziali per il Doctor Strange. Per prima cosa volevo che fosse una donna. Ho pensato che fosse una novità. E l’ho fatto per allontanarmi dallo stereotipo che era il personaggio dei fumetti, ma anche per avere un donna dell’età di Tilda. Non volevo una ventiseienne, vestita di cuoio aderente, una ragazza sexy per far sognare i giovani fans. Volevo una donna vera nel film, per diversificare. Sentivo che solo Tilda poteva impersonare quel ruolo per come l’avevo scritto.” (Scott Derrickson)
“È stato molto divertente recitare la parte dell’Antico. Sono stata davvero fortunata, Jeremy Woodhead, il responsabile del trucco che ha lavorato sulla mia acconciatura e sul make-up nel film, lo conosco molto bene, ho lavorato con lui nel film Snowpiercer, e anche questa volta è stato molto divertente.” (Tilda Swinton)
“Benedict Cumberbatch sembrava stranamente predestinato a recitare nella parte del Doctor Strange. In quel ruolo è perfetto. Quando abbiamo discusso della scelta degli attori, il suo nome è saltato fuori subito. Erano previste anche altre alternative, ma solo perché c’era un problema di impegni sovrapposti, lui era a teatro con l’Amleto a Londra per cinque mesi e non poteva girare il film. Ma non potevamo fare a meno di lui, e la Marvel, per la prima volta nella sua storia, ha spostato le riprese e ci ha fatto il regalo di avere Cumberbatch come Doctor Strange. Era sua la voce che sentivo quando scrivevo i dialoghi in sceneggiatura, sua la faccia che vedevo.” (John Spaihts)
LA CREAZIONE DEGLI EFFETTI VISIVI
“Ci abbiamo messo molto tempo a sviluppare gli effetti speciali. È stata una delle parti più creative dell’intero processo, perché l’idea era di usare gli effetti visivi in un modo diverso dal quale sono usati nei film di grande richiamo. In quei casi, anche nei film della Marvel, sono usati per distruggere qualcosa, di solito città, perché sullo schermo attirano l’attenzione dello spettatore. Io invece sono rimasto fedele all’idea di usare gli effetti visivi per qualcos’altro, qualcosa di nuovo, più interessante e specificamente psichedelico e strano. Per dare al pubblico un’esperienza inaspettata.” (Scott Derrickson)
“Abbiamo creato oltre 3.000 disegni preparatori e opere di grafica per il film e la maggior parte sono stati uno sforzo per rendere di forte impatto visivo le ambientazioni in cui volevamo inserire i personaggi. Gli artisti coinvolti nella pre-visualizzazione hanno aggiunto le loro idee, il mio lavoro come regista è stato quello di spiegare chiaramente a tutti cosa volevo ottenere, illustrare la resa visiva finale del film, e dare un veloce feedback su ciò che funzionava e ciò che non andava bene. Una volta ottenuto ciò che mi serviva per costruire virtualmente ogni sequenza del film, il mio compito è stato sedermi e fare lo storyboard di quella parte, inquadratura per inquadratura. Trasformare il tutto in qualcosa che poteva essere filmato. Avevamo solo 84 giorni per girare – Spectre ne ha avuti 123! – e quindi dovevamo essere molto disciplinati.” (Scott Derrickson)
“Scott lo chiama “Mandelbroting”, prendendo il nome dai frattali di Mandelbrot, ed è l’effetto nel film in cui il mondo si muove in un modo particolare, come se fosse scomposto nelle sue componenti geometriche. La fluidità e allo stesso tempo spigolosità del movimento e la sua complessità rende l’immagine caleidoscopica. È stata una sorpresa fantastica. E lo spazio mistico alla fine del film, dove si svolge la battaglia decisiva, è un omaggio specifico all’arte fumettistica che ha reso famoso il Doctor Strange. Vederlo realizzato in maniera così fedele e dettagliata è stato sconvolgente per me. È incredibile assistere al processo che porta alla nascita di un film ad alto contenuto di effetti speciali e osservare come cresce e approfondisce i suoi elementi. È una cosa straordinaria.” (John Spaihts)
L’ATMOSFERA DEGLI ANNI ’60
“Di certo i fumetti degli anni ’60 sono stati l’influenza principale per il film. I primi albi di Stan Lee e Steve Ditko, tipici prodotti degli anni sessanta. Le strane immagini psichedeliche del film hanno origine nei disegni di Steve Ditko di quel periodo. E ho ascoltato praticamente solo musica psichedelica di allora mentre lavoravo alla sceneggiatura.” (Scott Derrickson)
“Scrivendo la sceneggiatura, ascoltavo solo rock psichedelico degli anni ’60. Per questo nel film c’è quella canzone dei Pink Floyd dal loro primo album. Non volevo fare un film nostalgico ma mettermi nello stesso stato d’animo di una mente aperta che si espande e vede cose nuove. Guardare a un a nuova estetica e esplorare le possibilità. L’obbiettivo era prendere la mentalità degli anni ’60 e portarla in un film moderno di super-eroi.” (Scott Derrison)
Alcune interviste con gli autori (in inglese):
Collider
The Fairy Tale Traveler
Den of Geek