Calvin and Hobbes

Calvin and Hobbes – La striscia a fumetti

CALVIN AND HOBBES DI BILL WATTERSON

Tra le strisce a fumetti degli ultimi anni (Bill Watterson le ha create dal 1985 al 1995, ma vengono ancora molto lette), Calvin and Hobbes è una delle più fantasiose e interessanti. Ottima nel testo e con un disegno molto curato, si basa sullo schema tradizionale della coppia dal carattere male assortito, in questo caso un bambino scatenato e una pacata tigre di pezza dotata, almeno nella fantasia del suo padrone, di vita propria. In questa pagina riportiamo alcune osservazioni del suo creatore che mettono in luce lo stile di lavoro e le fonti di ispirazione del fumetto.

Calvin and Hobbes

I PERSONAGGI IN CALVIN AND HOBBES

“L’aspetto della striscia con cui mi diverto di più sono le personalità dei personaggi. In altre parole, la loro interazione è ciò che mi interessa, non il giocare con la forma del fumetto.”

“Molte strisce hanno il personaggio divertente, la spalla [Funny Man e Straight Man sono le figure base di un duo comico], il personaggio di contrasto [Foil] — sono tutti stereotipi abbastanza piatti. Il loro ruolo è definito interamente dalla loro funzione narrativa, e io cerco di evitare questa cosa il più possibile. Per me è fondamentale dare a ogni personaggio, anche a quelli meno importanti, una personalità unica che nel tempo si possa sviluppare. Alcune personaggi minori appaiono meno dei due protagonisti ma ognuno negli anni ha guadagnato una sua individualità.”

“Quello che cerco di fare quando scrivo ogni personaggio è mettermi nei suoi panni, e so che se fossi il padre o la madre di Calvin non reagirei con il sentimentalismo appiccicoso che hanno i genitori in altri fumetti.”

“Il padre di Calvin è insieme una parodia di mio padre e di me stesso. Io sono anche in parte la madre, e Susie, e ogni altro personaggio. Quando li scrivo tiro fuori aspetti diversi della mia personalità.”

“Sono sorpreso che la striscia non abbia consumato i suoi personaggi. La babysitter è arrivata dopo pochi mesi ma oltre a lei il fumetto ha mantenuto più o meno lo stesso cast originario. Molte strisce ne aggiungono periodicamente qualcuno, e ogni tanto lo faccio anch’io, ma sono sempre personaggi minori. Il mondo di Calvin & Hobbes è molto piccolo, isolato, e questa è una cosa molto più naturale per me.”

“In molte strisce a fumetti l’animale alla fine ruba la scena a tutti, perché gli animali offrono più libertà creativa al fumettista. Penso che ci sia sempre la tentazione di puntare sul personaggio più flessibile, che di solito è l’animale. In Calvin & Hobbes, invece, Hobbes ha un umorismo più sottile tra i due, mentre Calvin è quello più casinista. Insieme, per contrasto, sono più divertenti che presi isolatamente.”

Calvin and Hobbes

REALTÀ E FANTASIA

“Ciò che faccio con Calvin and Hobbes è rendere il tutto abbastanza realistico da poter esplorare idee che mi interessano, senza che il realismo mi possa limitare.”

“Quando Hobbes è un pupazzo di stoffa in una vignetta e un essere vivente in un’altra sto accostando la visione della realtà degli adulti a quella di Calvin, invitando il lettore a decidere da solo quale è la più vera. Per la maggior parte del tempo, la striscia è disegnata dalla prospettiva di Calvin, e Hobbes è vivo come tutti gli altri.”

“All’inizio era divertente accostare fantasia e realtà — il semplice fatto che il lettore potesse vedere un mondo di fantasia che poi alla fine si rivela nel suo aspetto reale. Era un meccanismo divertente, ma poi dovevo rendere il colpo di scena sempre più inaspettato: la semplice giustapposizione può diventare prevedibile se ripeti il trucco sempre allo stesso modo. Ogni volta deve essere fatto in modo inaspettato.”

I TEMI DELLA STRISCIA

“Calvin and Hobbes è una striscia sulla famiglia — un ambiente familiare universale in cui sia facile identificarsi. Cerco di dare un’interpretazione originale, ma il soggetto è stato molto utilizzato prima. La moda invece oggi è quella di puntate tutto su un pubblico ristretto, come i genitori divorziati, la generazione dei baby boomers, cose così. In generale non mi piacciono questi fumetti alla moda del momento, perché di solito sono il prodotto di qualche analisi di marketing piuttosto che quello di un’onesta sensibilità artistica da parte del fumettista.”

“Molte delle situazioni di cui tratto – mostri sotto il letto, questo tipo di cose — sono temi sfruttati abbondantemente. Spero di farne qualcosa di nuovo, dandogli nuova vita, perché li filtro attraverso la mia personalità, ma non direi certo che quello che faccio non si è mai visto prima sulla faccia della terra.”

“Non capisco tutta la popolarità che ha ottenuto Calvin and Hobbes, dato che non l’ho creato perché diventasse un fumetto di successo. L’ho fatto soprattutto per me stesso.”

DISEGNO E TESTO

“Mi piace più disegnare che scrivere i testi, quindi cerco delle idee che mi permettano di sviluppare pienamente la parte visuale. Cerco di rendere i disegni il più possibile interessanti, malgrado i limiti del formato. In altre parole, se ho due personaggi che parlano e basta, cerco di metterli in un’ambientazione interessante, per esempio li faccio camminare in mezzo ai boschi. Cerco di riprenderli da prospettive diverse.”

“L’aspetto visivo è quello che all’inizio mi ha attirato in questa professione. Mi sembra ridicolo non sfruttarlo al massimo nei miei fumetti.”

“Con gli anni, i testi mi hanno costretto a una maggiore complessità del disegno. In Calvin & Hobbes i momenti di fantasia sono disegnati in maniera più realistica di quelli reali, cosa che la dice lunga sul modo di ragionare di Calvin. Questo, e il desiderio di creare un più vivo senso dell’animazione, mi ha spinto a passare dai primi disegni bidimensionali a una concezione tridimensionale della forma e dello spazio.”

Calvin and Hobbes

BILL WATTERSON AL LAVORO

“Per me il testo è la parte difficile e il disegno quella divertente. Preferisco lavorare separatamente sulle due cose, così posso dare a ognuna la massima attenzione. Per scrivere, rimango seduto a fissare il vuoto per circa un’ora e a volte non mi viene fuori un’idea decente che sia una, altre volte non ho proprio nessuna idea, e mi prende la tentazione di dedicarmi ad altro o mettermi a disegnare, ma so che se insisto per un’altra ora spesso ottengo molte buone idee. E quando passo al disegno, mi piace prendermi tutto il tempo solo per quello. Questo mi dà la certezza che sto sfruttando al massimo la mia vena artistica, rendendo ogni immagine la più interessante possibile, magari dedicandomi a un primo piano o a una prospettiva inusuale. Facendo così, la scrittura non mi distrae quando disegno e viceversa.”

“La maggior parte delle volte comincio con il testo. Di solito faccio così tante revisioni della scrittura che sarebbe assurdo cominciare a disegnare quando il dialogo non è definitivo. Comunque, quando scrivo, visualizzo il disegno che intendo fare.”

L’AMMIRAZIONE PER I PEANUTS

“I Peanuts [le strisce di Charlie Brown] vanno seriamente riconsiderati. È una sfortuna che l’enorme sfruttamento commerciale a livello di merchandising oscuri l’alto livello artistico di una striscia scritta e disegnata in modo ottimo. Peanuts è uno dei rari fumetti davvero sinceri. La sottigliezza del lavoro che c’è sotto è incredibile.”

“Ho un grandissimo rispetto per i Peanuts. Schultz ha cambiato volto alle strisce a fumetti. Penso che la sua sia una striscia meravigliosa in termini di solidità di costruzione, sviluppo dei personaggi, elementi di fantasia, e per molte cose che oggi diamo per scontate, come per esempio poter leggere i pensieri di un animale. Tutti i fumettisti che hanno lavorato dopo il 1960 hanno un debito enorme nei suoi confronti.”

“I miei genitori leggevano i Peanuts e Pogo. Da piccolo mi colpiva l’espressiva infelicità di Charlie Brown, ma quello che davvero mi prendeva era Snoopy e le situazioni più fantasiose e demenziali.”

Informazioni su Bill Watterson

Alcune interviste (in inglese) con l’autore di Calvin and Hobbes:
The Comics Journal
The Washington Post
Cleveland.com