In un lontano futuro, sei estranei si risvegliano in preda a totale amnesia a bordo di una enorme e potentissima nave spaziale da combattimento, senza avere nessuna idea di come sono arrivati lì e del perché si trovino insieme. Questo è lo stimolante punto di partenza della serie di fantascienza canadese Dark Matter, creata da Joseph Mallozzi e Paul Mullie. In questo articolo Mallozzi ci spiega come si è sviluppato il lavoro, a partire dall’ideazione fino alla produzione della prima stagione e alla progettazione della seconda.
Tra le strisce a fumetti degli ultimi anni (Bill Watterson le ha create dal 1985 al 1995, ma vengono ancora molto lette), Calvin and Hobbes è una delle più fantasiose e interessanti. Ottima nel testo e con un disegno molto curato, si basa sullo schema tradizionale della coppia dal carattere male assortito, in questo caso un bambino scatenato e una pacata tigre di pezza dotata, almeno nella fantasia del suo padrone, di vita propria. In questa pagina riportiamo alcune osservazioni del suo creatore che mettono in luce lo stile di lavoro e le fonti di ispirazione del fumetto.
Michael Robotham è uno scrittore di thriller di origine australiana, autore di romanzi di successo come “L’indiziato (The Suspect, 2004), “Il manipolatore” (Shatter, 2008), “Ogni goccia di sangue (Bleed for Me, 2010). Ha iniziato la sua carriera facendo il giornalista e poi si è dedicato al ghostwriting, scrivendo molte autobiografie per personaggi noti del mondo dello spettacolo, tra i quali Geri Halliwell e Ricky Tomlison, per approdare, infine, alla fiction.
Stranger Things è una serie televisiva americana ispirata alla letteratura e al cinema horror della fine degli anni ’70 e dei primi anni ’80. La storia racconta di un gruppo di ragazzini che, alla ricerca di un compagno misteriosamente scomparso nel bosco, incontrano una strana ragazzina che sembra venuta dal nulla e devono fronteggiare una terribile entità malvagia. I fratelli Matt e Ross Duffer, autori della serie trasmessa da Netflix, inseriscono nella storia, che è proprio ambientata negli anni ottanta, evidenti citazioni e omaggi al loro cinema preferito di quel periodo. Qui abbiamo raggruppato alcune dichiarazioni che illustrano il loro modo di lavorare.
Tratto dai fumetti dell’universo della DC Comics (quello di Batman, per intenderci), Suicide Squad racconta l’avventura di un gruppo di super criminali che vengono ingaggiati contro la loro volontà dal governo degli Stati Uniti per salvare il mondo da una potentissima entità malvagia. David Ayer è regista e sceneggiatore. Ecco alcune sue considerazioni sul film e sui fumetti.
Regali da uno sconosciuto – The Gift (The Gift, Australia/USA 2015) è un thriller psicologico che si presenta come la classica storia sulla “minaccia al nucleo familiare” (per intenderci, il sottogenere inaugurato da “Attrazione Fatale”), ma che gradualmente scivola in una narrazione più approfondita. I meccanismi tipici di questo genere cinematografico vengono utilizzati per mettere in luce gli aspetti psicologici dei personaggi e l’evolversi dei loro rapporti.
Il film Everest porta sullo schermo un’ambientazione affascinante e ottimi attori, anche se alcuni in ruoli marginali, e lo fa in modo particolare, mescolando una scrittura volutamente poco invadente, tipica del documentario, a uno stile di ripresa spettacolare che però che non sfocia mai nell’immagine da depliant o nell’epica autocompiaciuta del genere catastrofico.
Un manuale di base per capire l’idea di struttura nella sua forma più semplice e diretta, e cioè la suddivisione della storia in tre atti. Il testo va considerato più che altro come un (valido) punto di partenza, perchè la teorizzazione e la scrittura della sceneggiatura sono comunque andate molto avanti rispetto al 1979, anno di uscita del libro. E’ comunque importante averlo letto.
Vi siete mai accorti delle qualità musicali del linguaggio? Ritmo, melodia, accentazione. Utilizzando le parole quotidianamente siamo abituati a dare per scontato un fenomeno complesso e affascinante come la comunicazione verbale. Ci dimentichiamo quanto in realtà le vocalizzazioni siano un “canto” (proprio come il canto degli uccelli), e di come nel flusso di questa emissione sonora il senso venga “ritagliato” attraverso il riconoscimento di parole e frasi.